“Danubio, Vistola, Reno, affluenti del Po”…

Macario cinema

recita un titolo di Officina Torinese, il bel volume di Lorenzo Ventavoli e Steve della Casa edito qualche anno orsono dalla Lindau. Ed è proprio leggendo quel testo fondamentale per la storia del cinema Torinese che ero venuto a conoscenza di quell’intenso scambio culturale con produttori, attori e registi ungheresi agli inizi degli Anni ’40: una delle tante strane peculiarità cinefile di cui si fregia la nostra città.

I perché di questa situazione sono molteplici. Da una parte la Legge del Monopolio, quella “legge Alfieri” del 1938 che aveva rivitalizzato la produzione Italiana a scapito della massiccia invasione di cinema americano e inglese, aveva consentito il fiorire delle produzioni di casa nostra, dando linfa creativa agli Studi Fert, valenti competitor torinesi della stessa Cinecittà. Dall’altra, la strategia lungimirante di Giorgio Venturini, all’epoca direttore generale del cinema della Repubblica Sociale (“un fascistone certo, ma una persona perbene” come ama definirlo Lorenzo Ventavoli); e perché no, la spinta propagandistica del cinema Italiano utilizzato da Vittorio Mussolini in persona, come ovvio motore ideale del regime anche durante la Guerra, avevano portato creatività (e soprattutto fondi) alla cinematografia italica. E per finire, le nuove alleanze imposte dalla complessa situazione geopolitica avevano “creato un mercato europeo di guerra chiuso e arroccato intorno all’asse Italia-Germania”, ma che aveva parallelamente reso florido il cinema italiano con un conseguente scambio culturale con i Paesi più vicini all’alleato germanico.

Ed ecco come la pur circoscritta Ungheria, vuoi per l’altissimo numero di sale cinematografiche, vuoi per la buona fama che godeva nei Paesi confinanti, diventò improvvisamente la “moda” dei primi Anni ’40, anche per via di quella esotica licenziosità che i tanti romanzi arrivati in Italia nel decennio precedente, avevano lasciato supporre.

Il Cinema Romano di Torino propone alcuni di questi film in una rassegna rara e preziosa; utile per comprendere le atmosfere laccate che, proprio perché immerse nel pieno del periodo bellico, dovevano costituire una totale fuga dalla realtà. Ma anche per entrare nello spirito delle produzioni torinesi degli stabilimenti Fert di quegli anni.

“Non sarà un caso se, nei 25 anni dal ’20 al ’45 dagli Studi Fert non esce un film, una sequenza, un fotogramma dedicato o devoto al Regime. Un’isola felice o una bottega dove si bada ai fatti propri: chi vuole può scorgervi un’altra fabbrichetta del consenso mediante l’incoscienza del disimpegno, ma anche il rifugio nei temi che salvano dall’adulazione al Capo e dall’ossequio a Pavolini. E allora possiamo dirlo. Fert: Libera Officina Torinese”.

Film Anni 40

 

Il Programma:

7 luglio 2015          NEBBIE SUL MARE di M. Pagliero (1944)

9 luglio 2015          INFERNO GIALLO di G. Von Radványi (1942)

12 luglio 2015         LA FORTUNA VIENE DAL CIELO di A. Radványi (1942)

15 luglio 2015          LA VITA TORNA di P. L. Faraldo (1943)

19 luglio 2015          IL VAGABONDO di C. Borghesio (1941)

21 luglio 2015          LA FUGGITIVA di P. Ballerini (1941)

23 luglio 2015          TENTAZIONE di A. Frosi, H. Hinrich (1942)

 

Tutte le foto e le citazioni virgolettate sono tratte dal libro: Officina Torinese, di Stefano della Casa e Lorenzo Ventavoli, ed. Lindau, Torino, 2000