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Inhebbek Hedi diverte sottilmente ma è ben lontano dall’essere una commedia. La trama è apparentemente scontata; Lui, timido e introverso, deve sposarsi con una bella ma insipida Lei, ma incontra l’Altra, una ballerina focosa e intellettualmente stimolante. Poi però Hedi deve combattere per staccare il cordone ombelicale con il vero motore della sua inadeguatezza: la madre, oppressiva e castrante. Letto così sembrerebbe un film da sabato in famiglia, ma in realtà lo stile (preso a piene mani dai Dardenne), la rappresentazione fedele delle modalità secolari in cui avvengono i matrimoni in Tunisia, tra obblighi familiari e ritualità tribali da cui non ci si può esimere, e infine, uno sguardo sociale sulla società tunisina, tra crisi e voglia di sviluppo, ne fanno un opera originale e pienamente convincente.
Un film che fa dei contrasti, a tutti i livelli il vero motore narrativo e che certifica ancora una volta come la frattura tra consuetudini e pulsioni di affrancamento familiare siano spesso materia di delicata quanto improbabile soluzione, soprattutto in un Paese che lotta per conquistarsi la modernità.